La mia storia…Serena

Un giorno per caso ti ho incontrato

Io “Serena”

Sery…Un giorno…., per caso ti ho incontrato e grazie, alle tue semplici parole ho incominciato a comprendere le cose belle della vita. Essendo stata molto frenetica nella mia gioventù e nel lavoro, non davo peso ai veri valori. Grazie a te e alla mia situazione attuale mi è stato possibile scoprire i veri affetti umani. Da bambina non ero una “ vera credente”, ma, praticavo le varie funzioni religiose solo nelle festività di “Natale e Pasqua” e questo soddisfaceva il mio essere credente. Crescendo, nella mia mente avevo sviluppato tanti progetti: studiare, realizzarmi nel lavoro e creare un futuro con un uomo che sarebbe stato “ l’essenza della mia vita”.  Felice di questi pensieri, i giorni trascorrevano, ho incominciato a comprendere quanto è difficile la “realtà”. E’ vero… ho trovato il mio “uomo” l’essenza della mia vita, “Enzo,” con cui condivido “ nel bene e nel male” come promesso sull’altare da 8 anni. Ricordo perfettamente quel giorno e quei momenti, ci scambiavamo parole piene di sentimento ed eravamo pronti anche ad avere un nostro figlio o figlia che Dio ci avrebbe voluto donare…

La nostra vita scorreva tranquilla, io come commessa ed Enzo come geometra, ma, ben presto le nubi si sono abbattute sulla nostra esistenza. Facendo alcuni esami, iniziò il “nostro calvario”. Una croce pesante si stava abbattendo su di me… Scoprii di avere una malattia a dir poco rara, anzi, addirittura sconosciuta. Dove trovare le risposte a questa” sentenza di morte”?

Come sconfiggerla?

Neanche la medicina aveva delle soluzioni o soltanto delle ipotetiche terapie. Non sapevo dove trovare le forze, su chi appoggiarmi. ..Stanca…stanca e sempre più chiusa in me stessa, il mondo sembrava essere il “nulla” e vivevo quasi come un automa. Ma, “la forza della vita e la speranza iniziò ad entrare” , lentamente, nel mio intimo più profondo. Dopo, entrò nella mia mente un solo pensiero:

Chi sei tu?

Io non ti conosco “ assurda malattia”

Ma, con tutte le mie  forze e a tutti costi io sono pronta a sconfiggerti …

Sai che… “ti sconfiggerò”. Perché il male non avrà mai la forza di vincere il bene.

E venne  il  giorno, non so né come né perché, per caso ti ho incontrato” ….. Una mattina, dopo una piccola passeggiata all’aria della brezza marina, condividendo le mie ansie e i miei timori con mia madre, sentii un desiderio forte di mangiare un panino con la mortadella. Mia madre, assecondandomi, si recò in un alimentari dove una ragazza, a Lei sconosciuta, vedendola le andò in contro scoppiando in lacrime. Non disse nulla…. Il suo nome era “ Giusy”. Le disse: “aspettavo da tanto questo momento perché ho un messaggio per sua figlia datomi in sogno da “Madre Speranza”, la quale, si era vivamente raccomandata di cercarla. Parole forti… che  mia madre non riuscii subito a comprendere ma, al nostro primo incontro tra me e Giusy una “ Luce” si accese. Dai suoi occhi uscivano delle semplici lacrime ma piene di quell’essenza primordiale e iniziò a raccontarmi la sua storia:

<<”Una sera, dopo aver chiuso il negozio, andai alla tradizionale fiaccolata in onore della Madonna di Costantinopoli, e mentre seguivo la processione venni colpita da una febbre improvvisa ed un fortissimo mal di testa. Alcuni amici mi accompagnarono a casa. Il mal di testa continuò per diversi giorni, nonostante gli antidolorifici. Arrivò il giorno in cui tutto crollò, era la prima domenica di Maggio del 2013, chiusi il negozio e mi recai in macchina con mia sorella verso casa, il mal di testa era molto forte, non riuscivo a parlare, ma per non spaventare mia sorella non dissi nulla, arrivata a casa svenni, chiamarono il medico che mi consigliò di recarmi in ospedale per accertamenti. Il risultato  fu spaventoso “leucemia”. Venni trasferita  presso un ospedale romano, per iniziare la terapia adatta alla mia malattia. Il 7 Giugno 2013, una suora mi chiese se avessi voglia di recitare con lei il Rosario. Durante la notte feci un sogno strano: avevo aperto una grande porta e in un angolo c’era una suora anziana, con una cuffia tutta nera che stava dietro un pianoforte, mi sorrideva: mi avvicinai e vide che il suo braccio sinistro era nascosto dietro la schiena, e la mano del braccio destro era fasciata; suonava solo con il mignolo, e magicamente riusciva a suonare una melodia. Era veloce nel suonare, si dondolava sulla sedia e mentre cantava una canzone sull’Amore Misericordioso,  mi disse che faceva tutto questo per me!  Nel corso della giornata mi accorsi che i dolori erano spariti, mi sentivo bene. I medici, che nei giorni precedenti mi dissero che ci voleva solo un miracolo, notarono questi miglioramenti  e increduli mi fecero di nuovo tutti gli accertamenti che risultarono negativi, cioè non avevo più nulla. Subito telefonai a Don Nando “il mio parroco”, gli raccontai il sogno, e lui mi disse che la suora da me sognata era Madre Speranza, mi spiegò che nel Santuario da Lei fondato a Collevalenza c’era una fonte miracolosa e che avrebbe organizzato un Pellegrinaggio dal quale mi avrebbe recato una bottiglietta di acqua miracolosa. Grazie a Madre Speranza sono guarita e sono contenta di portare la mia testimonianza a tutti.”  >>…..Finito il suo racconto,  Giusy mi rivelò che Madre Speranza, a me sconosciuta, le disse che

voleva aiutarmi con tutte le sue forze.”

Mi donò una bottiglietta dell’acqua miracolosa del Santuario, di Collevalenza, con l’immaginetta  di Madre Speranza e il libricino della novena. Ancora non pronta a quanto sentito nel nostro incontro, titubante nel salutarci le promisi che avrei bevuto quell’acqua e con devozione, nel momento in cui sentivo nel profondo del  mio essere pronta, a raccoglierla. Da quell’incontro, i giorni trascorrevano ma la mia rabbia  covava nell’intimo prendendomela con tutti e con il mondo intero.

Mi chiedevo”: “ perché proprio a me, egoisticamente pensando e non a qualcun altro?…

Anche in questo caso la forza, la speranza e soprattutto la fede mi hanno aiutato a continuare con delle nuove  terapie del tutto innovative e sperimentate su pochi essere umani.

In ospedale, sul mio letto e assorta nei miei pensieri, sentivo un forte desiderio di piangere senza alcun motivo, pertanto presi inconsciamente dalla borsa un fazzoletto, capitandomi, però, tra le mani il libricino della Novena di Madre Speranza aperto, casualmente, sulla pagina della prima meditazione del Padre Nostro: << “ Padre” è il titolo che conviene a Dio, perché a Lui dobbiamo quanto è in noi nell’ordine della natura e in quello soprannaturale della grazia che ci fa suoi figli adottivi. Vuole che lo chiamiamo Padre perché, come figli, lo amiamo, gli obbediamo e lo onoriamo, e per ravvivare in noi l’amore e la fiducia di ottenere quanto gli domandiamo.” “Nostro”, perché avendo Dio un solo Figlio naturale, nella sua infinita carità ne volle avere molti adottivi ai quali comunicare le sue ricchezze e perché, avendo tutti lo stesso Padre ed essendo fratelli, ci amassimo gli uni  con gli altri”.>>

 In quel preciso istante sentii un forte desiderio di pregare . Il mio stato d’animo cambiò improvvisamente: dall’angoscia  più scura….

passai ad una sensazione di ilarità, e ad, un avvicinarmi alle persone più bisognoso di affetto e di cura, i quali forse, non avevano ancora trovato quella piccola lampada che illumina il cammino di tutti noi, cioè, “ l’Amore per la vita”. Nel frattempo, stando a casa, di tanto intanto sentivo uno strano profumo: era, forse la presenza di Madre Speranza…

“ che vegliava su di me,…..”

ma anche premonitrice di eventi a me spiacevoli. Infatti da lì a poco, avrei avuto una spiacevole notizia. Nonno Filippo si aggravò improvvisamente e da mia zia Anna, gli consegnai una parte dell’acqua di Madre Speranza regalatami da Giusy. So che a volte la suggestione ti porta a far credere cose non vere ma.. mio nonno, bevve con fede quell’acqua migliorando le sue condizioni di salute. Nonostante ciò, nell’arco di un mese, Nonno Filippo ci lasciò e nella mia esistenza sarà e sempre sarà il “mio Angelo custode”.

Il profumo e le sensazioni dell’essere  in pace erano un segno forte che comunque Madre Speranza era ed è sempre vicino a me pertanto sono nati in me queste forti riflessioni:

Ci sono stati dei giorni in cui non vedevo alcun motivo per andare avanti. Ci sono stati dei giorni in cui il solo  pensiero di alzarmi dal letto mi faceva venire la voglia di piangere. Va bene anche questo. Ci sono stati dei giorni che non ricordavo nemmeno come si faceva a piangere, a sorridere, a vivere, in cui la stanchezza prende il sopravvento sulle palpebre e sulle ossa fino a schiacciarmi. Ne avevo tutte le ragioni. Riflettendo mi accorgo che tutto non dura per sempre, che tutto è temporaneo, che qualcuno prima di me ha provato quello che io provo adesso ed è sopravvissuto…c’è sempre quel poco di luce in mezzo a quel buio che mi circonda, quella luce si può espandere, devo saper sopportare, essere più forte di me stessa. Devo rialzare in cielo quel mondo che mi è caduto addosso, devo crederci!!! Devo pensare che la vita non finisce qui, e che ho ancora tutto intorno a me. Questa mia forza come la mia luce diventerà a sempre più grande, mi farà rialzare e credere sempre più in me”.

Dal  mio cambiamento interiore, dovuto ad “episodi inspiegabili “, decisi di andare a conoscere il luogo dove Madre Speranza era vissuta, e  parlando con Enzo e con  l’approvazione dei medici, intraprendemmo il primo viaggio nella speranza di trovare tutte le risposte alle mie tante domande. ….

I miei Pellegrinaggi al Santuario di  “Collevalenza”

Era “l’8 settembre 2014,” data per me molto importante,” quando io ed Enzo abbiamo deciso di recarci in pellegrinaggio per la prima volta al Santuario dell’Amore Misericordioso.”

“Ricordo, come se la stessi vivendo ora, l’emozione che ho provato.”

Siamo partiti da Minturno, alle 6 del mattino, di una caldissima e splendida giornata, insieme a noi “coinvolsi” nel viaggio anche mia cugina e il suo compagno che, come noi, non c’erano mai stati. Il navigatore dell’automobile ci fece passare per delle strade vicinali, c’erano molti campi di girasoli e la terra era molto arida. Arrivammo al  Santuario intorno alle 9 del mattino, scesi dalla macchina avvertii una strana sensazione, ”di pace“, mi sentivo, forse per la prima volta “Serena” proprio come il mio nome. Percorrendo il viale, privo di fiori, comunque sentivo l’essenza dei profumi di arancio e limone. Erano il segno della sua presenza che mi chiamava e vegliava su me!

Entrati  nel Santuario,  il mio essere si riempii di quella spiritualità più profonda che, l’essere umano non è in grado ancora di spiegarsi. Il mio inconscio fu pieno di gioia nel momento in cui,  “quasi per caso mi sono”

ritrovata davanti alla tomba di Madre Speranza. Mi sembrava come  un mucchietto di terra appena smossa e rialzata dove è stato posto un seme. Spontaneamente mi inginocchiai e il mio cuore fu’ invaso di una gioia immensa che con parole è molto difficile spiegare, tant’è vero che  il profumo avvertito all’esterno divenne intenso, soave, dolce, forte, vedendomi così assorta gli occhi di mio marito divennero lucidi e sul suo viso  scesero leggere lacrime di gioia, amore, ringraziamento, lacrime che non si possono spiegare se non provando le stesse emozioni. Uniti in quell’abbraccio d’amore sentivamo di non essere più soli, nell’affrontare la mia malattia, ma era, in quel momento un “Angelo” o la “presenza stessa di Madre Speranza” che ci infondeva con il suo profumo la fiducia nella vita. Lasciando il Santuario nel, ritornare a casa, ripensavo a quanto mi era successo e che il sentimento di Amore e di Speranza, era forte  verso di Lei…

La notte passò abbastanza tranquilla, sentivo ancora il suo profumo, ma ero ancora piena di incertezze che turbavano sia il mio cuore sia la mia mente. Una domanda mi feci:

“Cosa sta succedendo dentro di me”?

Per tutta la notte non riuscii a darmi una concreta e ragionevole risposta.

La mattina successiva, trascorse abbastanza tranquilla.

ma….. , ecco arrivare il tramonto, splendido, pieno di colori incantevoli, dono del Nostro Creatore ed io, incapace ancora di capire questi messaggi rimasi in assoluta ammirazione.

Iniziai a sentire, forte dentro di me un crepitio. Un fuoco vivo che  pervase tutte le mie membra: “ Mi domandai”, ancora incredula, è forse l’inizio del mio percorso di cambiamento interiore?”

“Mi sentivo,  come una piccola  goccia di acqua in un oceano immenso, ma piena di una gioia infinita. Avvertivo nel mio cuore di essere come una semplice operaia, che sulle proprie spalle, portando pietra su pietra, costruisce davanti a se la strada, irta di dolore dovrà percorrere….

Nel posizionare queste pesanti pietre mi sono accorta che la strada era già iniziata.

Chi stava tracciando la mia strada?”

“Avevo forse sbagliato via?”

“Avevo fatto qualche deviazione non voluta?”

 Il dubbio mi attanagliava ma restava solo una certezza:  tutte quelle strade mi avrebbero condotto alla meta, alla pace interiore.

La mia battaglia era iniziata…… Solo in quel momento ho capito il vero significato della “ Vita”.

Iniziai ad apprezzare le cose più piccole, a captare i suoni dell’universo, ammirare tutte le variazioni di colori ma, soprattutto ho riscoperto il significato della parola

” Vivere la Vita”.

Come un bambino inizia i suoi primi passi, per imparare…..,

io ho iniziato a trovare la forza nella fede e sentire il “ profumo del domani” come una speranza. Una voglia incredibile di sorridere e di regalare sorrisi, perché solo così si regala la

“Vera Speranza”

Il “4 ottobre 2014”  alle 6 circa del mattino, fuori era ancora buio, quando Enzo mi guardò e all’improvviso mi disse:” Te la senti di andare a Collevalenza?

I miei occhi si riempirono di gioia e senza esitare  ci alzammo.

 Il tempo era cupo, per strada incontrammo pioggia e temporali ma a differenza del nostro primo pellegrinaggio questo l’ho abbiamo vissuto in maniera diversa:

“Ci sentivamo  più coinvolti, uniti nell’amore e le preghiere uscivano da sole.”

mi sentivo fortemente in” sintonia con la Madre,” come se quel luogo da raggiungere sembrava essere mio da sempre. Le Suore in quell’eremo trasmettevano, anche senza dire una parola totale serenità piena dell’Amore Misericordioso, tanto che sembravo di toccare, di vedere la presenza viva della Madre stessa. In questa occasione, e a mia insaputa, Enzo, comprò un Crocifisso dell’Amore Misericordioso che da allora lo porto sempre con me:

“E’ come sentire la presenza viva di Madre Speranza”…

I miei occhi, vagando su ciò che mi circondava, caddero su un piccolo libro: era il “Diario di Madre Speranza.” Senza esitare ne comprai una copia perché volevo conoscere i suoi intimi colloqui con il “Buon Gesù” e, prima di far ritorno a casa, con Enzo, prendemmo un po’ dell’acqua miracolosa del santuario…

Altre volte tornai, avevo i miei soliti mali, ma, nel mio intimo sentivo forte il desiderio di recarmi ancora al Santuario.… Questa volta però, non era Enzo, ad accompagnarmi bensì mio Padre e mano nella mano, quasi in punta di piedi, siamo entrati… Aveva gli occhi lucidi e pieni di speranza. Davanti alla cripta “l’emozione ancora fu più grande”;  la mia nipotina, Antonella ci prese per mano e dalla sua soave voce iniziò a recitare la preghiera più dolce verso la Madre Celeste

Ave Maria”

Trascorrevano i giorni, trascorrevano i mesi e sentivo miglioramenti nel mio stato di salute. Insieme ad Enzo, decidemmo di recarci nuovamente al Santuario. La giornata era bellissima e nel cielo terso, con poche nuvole che illuminate dal sole scolpivano forme straordinarie….  Mi domandavo:

“Chi è  se non Lui il Grande Pittore?”

Quella giornata, vissuta così intensamente a mia insaputa, era la giornata mondiale del malato per cui era consentito a tutti i pellegrini immergersi nelle piscine, la cui acqua proviene dal pozzo del Santuario. Con fede forte, seguendo le funzioni religiose all’interno della Basilica, sentii i versi del Vangelo “vieni e seguimi……” che attrassero subito la mia attenzione, “perché non erano altro che le risposte alle domande che mi ponevo riguardanti la mia vita e che da molto tempo vagavano nella mia mente…”

Dal coro si elevò un canto angelico, una melodia che soffiando con ritmo regolare e una potenza indescrivibile si espandeva in tutto il mio corpo producendo una “grande Luce,” una Luce che mi diede una sensazione di pace e di serenità. Solo allora, mi resi conto che in me c’era la convinzione forte ed il desiderio assoluto di immergermi nelle acque della piscina per intraprendere quel percorso di comunione con il Buon Gesù.

Ci incamminammo, alla fine della cerimonia disposti su 2 file, verso le piscine. Nell’attesa di immergermi recitavo co sottile voce le preghiere. Giunto il mio turno, aiutata da 2 sorelle mi immersi e percorrendo la vasca sono giunta davanti all’immagine di Gesù misericordioso. In ginocchio, con l’animo pieno di gioia mi prostrai davanti a “Lui”. Pochi secondi, sono stati ma secondi  pieni di un’amore infinito e con grande sorpresa nel rialzarmi la mia pelle era completamente asciutta.

Una sensazione di grande appagamento sentivo mentre mi ricongiungevo con Enzo.

Mi sentivo rinata e come se avessi ricevuto risposte a tutte le mie domande.

Un miracolo, forse è avvenuto: certo non riguardava la mia malattia ma, invece, questo miracolo è avvenuto nel mio essere interiore e spirituale……

Al rientro a casa, ero pervasa da queste forte emozioni che inebriarono tutte le giornate seguenti in attesa di un successivo ritorno. Ciò avvenne nel mese di settembre, quando insieme ad un gruppo di amici e con loro il piccolo Pasquale, tornai al Santuario.

In una delle mie precedenti visite, tra le tante cose, rivolsi una preghiera di grazia a Madre Speranza per lui, ma soprattutto per i suoi genitori nel dargli la forza e il coraggio di sostenerlo nella sua malattia.

Ogni volta che ripenso a questi viaggi, dentro di me aumenta incessantemente la mia spiritualità.

Sto capendo, pian piano, cosa significa avvicinarsi alla dottrina dell’Amore Misericordioso …. Sto entrando nel Suo Essere totale…… “Dio e il suo Amore“ dove trovi le spiegazioni ad ogni tuo dubbio e ad ogni tua domanda.

I miei sogni

“Un sogno è un microscopio Attraverso il quale osserviamo gli avvenimenti nascosti nella nostra anima” (Erich Fromm)

Ho avuto l’occasione di conoscere Madre Speranza attraverso i miei sogni. La cosa che mi fa rimanere senza parole è il fatto che ogni volta  mi accadeva qualcosa di diverso. Sembrava che  volesse prepararmi o avvertirmi e quindi prendermi per mano dandomi una nuova forza. Una sera, avevo un terribile mal di testa, ma già dalla mattina stando male, presi gli antidolorifici, ma, il dolore non si era calmato anzi divenne sempre più forte, era impossibile resistere. A fatica  mi addormentai e “Lei” condividendo il mio dolore mi apparve in sogno: era giovane e indossava un camice bianco con una croce rossa al centro. Mi guardò e venne vicino a me. Nel sogno io piangevo e lei, dolcemente, mi disse “Dolce bambina dimmi con precisione dov’è il tuo male? ” Mi mise la mano in testa, avvertii un bruciore improvviso e mi svegliai di scatto. La mattina avvertivo meno intensamente il mal di testa, tanto che iniziai a diminuire gli antidolorifici.

Una quindicina giorni dopo, andai a controllo.

I dottori rimasero sconcertati e non si pronunciarono sul fatto che io non avessi più forti dolori, nonostante la mia situazione clinica generale non fosse cambiata.

Solo uno di “loro” mi disse che dentro di me c’era una forza che andava oltre il normale. Una forza probabilmente proveniente dall’alto. Io lo guardai, non tanto stupita perché anche io avevo avuto questa sensazione.

In uno degli ultimi sogni, in cui mi è apparsa Madre Speranza, stavo camminando mano nella mano con un bambino che in quei pochi attimi non riuscii a riconoscere ma, molto probabilmente, si doveva trattare di Pasquale. Stavamo percorrendo la salita di una montagna, c’erano delle aquile che volavano sopra le nostre teste mentre il sole stava sorgendo.

Il cielo era di mille colori e sotto di noi c’era una grande cascata e tra l’acqua si intravedeva vagamente il punto d’inizio di un arcobaleno. Da dietro  un albero si fece avanti Madre Speranza, era anziana ma con un viso illuminato. Ci disse ”siete arrivati fino in cima, ma attenzione alla discesa, anche se può sembrare facile da percorrere in realtà non lo è, si può scivolare facilmente. Alla fine ce la farete ad arrivare in pianura”. Ci fece una carezza e noi proseguimmo.

Questi sono i sogni che  hanno acceso la certezza che Lei mi  è vicina e costantemente  rafforza “la speranza di riuscire a vincere la mia battaglia”.

Non sono sola in questo mio viaggio, ho l’aiuto morale e la preghiera incessante di persone che l’hanno conosciuta come “ Suor Rifugio”…..  Un giorno per caso, mentre parlavo  di Lei e della mia intenzione di scrivere un libro, Sara, la mia amica più intima, mi riferì che, sua cugina aveva fatto battezzare il suo bambino da una suora: “Suor Rifugio” appartenente alla Famiglia delle Ancelle dell’Amore Misericordioso di Roma. “Lei” aveva solo 17 anni quando Madre Speranza gli diede il nome Rifugio.

Un nome che avrebbe caratterizzato tutta la sua vita: avrebbe accolto tra le braccia tante persone che cercano un sicuro rifugio. Tramite sua cugina sono riuscita a contattare Suor Rifugio inviandole un messaggio, il primo di una lunga. La gioia era immensa e pur piangendo gli inviai una foto per farle capire quello che in quei momenti stavo provando. La risposta di suor Rifugio, non si fece attendere e la sera stessa, sentivo un desiderio di ascoltare la sua voce. Lei rispose: la sua voce era molto dolce e delicata, dava sicurezza e parlandole gli raccontai la mia storia, di come venni a conoscenza di Madre Speranza, dei miei cambiamenti interiori ma soprattutto spirituale. Le dissi anche della mia decisione di voler far parte dell’Associazione laica dell’Amore Misericordioso e che da poco, in virtù di quel mio cambiamento, ero entrata a far parte dell’Associazione Cattolica del mio paese.

Incoraggiata da Lei, ho iniziato a scrivere i miei pensieri. Inviandoli tramite email, si accorse che ero pronta per intraprendere il cammino verso l’Amore Misericordioso. Pubblicò sul suo giornalino “ L’ Incontro” nella Rubrica “Dolore Illuminato” un pensiero scritto da me, cosa che mi ha reso molto felice….  Dopo quell’evento altri segnali sono entrati a far parte della mia vita come il Giubileo  straordinario della Misericordia indotto da Papa Francesco, con la bolla pontificia Misericordiae Vultus, in cui si fa, riferimento al volto Santo e Misericordioso del Signore….Pertanto sarà dedicato all’Amore Misericordioso. Precedentemente annunciato dallo stesso pontefice il 13 marzo 2015, avrà inizio l’8 dicembre 2015 per concludersi il 20 novembre 2016.

Il Papa ha fatto l’annuncio nel corso di una funzione religiosa:

«Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l’organizzazione di questo Giubileo al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il vangelo della Misericordia. »

(Papa Francesco)

Anche questo è un segno…, infatti, dopo il 5 Luglio 2013, Papa Francesco ha presieduto alla lettura del decreto per il riconoscimento del “miracolo” ottenuto per intercessione di ”Madre Speranza”, (vi  spiegherò nella seconda parte) che, da questa data, la chiesa ritiene” Beata” . E’ iniziata, quel giorno, una profonda esperienza di grazia e di riconoscenza; la chiesa universale, nella persona di Papa Francesco, le è grata per averci avvicinati al “cuore di Dio”, Padre di infinito amore e misericordia. L’evento ha fatto straordinariamente brillare il carisma dell’Amore Misericordioso trasmesso a Lei dallo Spirito perché, incarnandolo nella sua esistenza, lo partecipasse alla sua famiglia religiosa, alla chiesa e al mondo. Io “sento l’Amore Misericordioso vivo, attuale, coinvolgente come un dono prezioso per l’umanità” . Riflettere, quindi, sulla Misericordia porta a interrogarsi sull’essere stesso di Dio. “Il messaggio dell’Amore Misericordioso comporta delle conseguenze  per la vita di ogni cristiano”. La chiesa lo professa e lo proclama, ed è la risposta, ed è una risposta alla teologia del Vaticano II che ci invita a leggere i <Segni dei tempi>, quindi il bisogno forte dell’uomo di incontrare il “Volto di Dio, non giudice, ma Padre di infinità bontà e Misericordia”.

Attraverso questa poesia, scritta personalmente da me, vorrei farvi capire l’ importanza che Madre Speranza ha per me, e solo chi mi conosce veramente può capire l’enorme cambiamento che ho avuto: un “Miracolo”, ma non intendo fisico, ma intendo un Miracolo Spirituale. Una nuova me è rinata e questo lo devo a Lei, e al quel famoso giorno che per caso l’ho incontrata. Spero che, in queste pagine, vi ho emozionato, ma soprattutto spero che sono riuscita a strapparvi qualche lacrima e a farvi capire che la vera forza,”la troviamo solo attraverso Dio” 

Conclusione

A”Te”

Che dai un “Senso” a tutta la mia Vita.

Che  mi dai “Conforto” quando ne ho bisogno.

Che mi hai “Rubato” il cuore

Che nei momenti bui mi “tieni per Mano”.

Che sei sempre nei miei “Pensieri”.

A Te che mi hai fatto “Riscoprire” il vero significato della parola amore.

Che appena mi rattristo mi fai “Sentire” il tuo soaveProfumo

A Te che “Sei e Sarai” sempre la mia più Grande forza

A Te che oggi dico “Grazie” e grido

“Ti voglio Bene”

(Serena Treglia)