Lettere scritte da Madre Speranza

Roma, 18 gennaio 1944

Tutto per amore

Carissima figlia Ascensión. Ti prego di tener sempre presente che alle ombre sanguigne del Calvario segue l’aurora della Resurrezione e che, quanti abbiamo avuto la grazia di vivere uniti a Lui ed abbiamo saputo far tesoro delle prove e del dolore, resusciteremo alla vita di gloria, come Gesù nel giorno del trionfo.

Quanto è dolce, sorella mia, soffrire con il Buon Gesù, senza altro desiderio che riparare le offese fatte a Lui e soffrire per la Sua gloria!
Vorrei proprio che tutte le mie figlie sperimentassero ciò che si prova nell’anima quando, all’aumentare la sofferenza, si fissa lo sguardo nel buon Gesù che ci sta guardando con amore compassionevole. Io credo, sorella mia, che soffrire con il buon Gesù è consolarlo e completare la sua Passione ed amarlo con maggiore perfezione in questo esilio, che è la migliore preparazione per gioire con più pienezza del Suo amore per tutta l’eternità.
A tutte le figlie un forte abbraccio e dì loro che, da questo esilio, chiedo al buon Gesù mi conceda la grazia che tutte le mie figlie ardano dal desiderio di soffrire con amore e per amore, unite a Lui.
Tu e le figlie pregate perché in me si compia sempre la volontà del nostro Dio, per molto che mi faccia soffrire, per quanto non la comprenda e anche quando non la veda.

M. Speranza di Gesú, eam
El Pan 19 cart, 1536-1539

 

 


Fa, Dio mio, che io ami con passione la croce e che non possa vivere felice senza di essa fino a che la morte non mi abbia unito a Te per tutta l’eternità e non ti abbia potuto dire veramente che t’amo tanto, Gesù mio, tanto, e che non ho più volontà mia.

 

Lettera a Madre Ascensione Alhama eam, Vicaria generale
Roma, 16 giugno 1958

Tutto per amore!

Amata figlia e sorella mia Ascensione,
è vicino ormai il momento della tua partenza dalla Spagna per l’Italia; Io mi trovo molto giù di morale; forse o senza forse, per il mio stato di salute, ho l’impressione di essere arrivata alla fine della mia corta vita; dico corta vita perché ho sempre desiderato una lunga vita solo per poter soffrire, dato che la eternità è così lunga per poter godere.
Vedendomi tanto male di salute, mi abbatte il pensiero di lasciare soli i miei figli e le mie figlie. Queste sono già cresciute abbastanza nella vita spirituale e sono già accolte dalla Madre Chiesa con tutte le approvazioni. I Figli sono ancora all’inizio e anche la Madre Chiesa ancora non ha aperto loro le sue braccia per accoglierli e proteggerli come madre.

Di fronte a questa situazione soffro molto, tanto che moralmente non sono capace di trovare la forza per vincere la tristezza di cui ti sto parlando.
Soffro ancora di più, forse per la mia superbia, perché mi perseguita il pensiero di ritenermi ancora necessaria per i miei figli e le mie figlie.
Son convinta che sia superbia perché lo so di non essere capace a nulla e sono convinta che, se qualche cosa di buono ho fatto, lo ha fatto Gesù, servendosi di questa povera creatura alla quale più di una volta Lui stesso ha dovuto ripetere che Lui per fare grandi cose si serve sempre della cosa peggiore che esiste.
Di conseguenza, sorella mia, io avrei dovuto allontanare subito dalla mia mente questo che tanto mi affligge, nella certezza e nella convinzione che Gesù seguiterà ad essere la guida delle due Congregazioni molto meglio di quanto abbia potuto fare con me.
Adesso, sorella mia, in questi momenti così difficili per me, io solo vorrei ripetere, piena di confidenza: Ecce ancilla Domini.

Nel caso che il Signore volesse portami nell’altra vita senza poterci rivedere su questa terra, io vorrei lasciarti spiegato molto chiaramente una promessa che ho fatto ormai da diverso tempo e che sarebbe quella di prendere, ogni giorno, il 10% di ogni cento pellegrini che ospitate in casa e di devolvere questo importo in celebrazione di sante Messe così ripartite con l’offerta di cinquecento lire per ogni Messa.

  • Ti spiego come è stato fatto fino ad oggi.
    Su cento Messe:

  • Cinquanta sono applicate in onore della Santissima Trinità in ringraziamento dei tanti favori che ogni giorno concede alle due Congregazioni e perché mi conceda la grazia di aiutare i figli e le figlie a camminare sulla via della perfezione fino alla morte. Delle altre cinquanta:

  • venti per tutti i defunti, parenti dei figli e delle figlie, che si trovassero in Purgatorio perché questi a loro volta aiutassero i figli e le figlie a lavorare sempre per la gloria di Dio e per i Suoi poveri;

  • venti per le anime del Purgatorio in generale, perché queste ci procurino sempre abbondanza di pellegrini;

  • dieci per l’anima più bisognosa che si trovi in Purgatorio.

In questo anno, fino ad oggi ho potuto destinare per la celebrazione di queste sante Messe 450.000 lire. Quelle degli anni precedenti sono state tutte celebrate. Non so al momento quante Messe siano state celebrate in relazione ai pellegrini che sono passati nella nostra casa. Io ti chiedo che ti faccia aiutare da Suor Sagrario in questa contabilità che per me è tanto importante ed essa, sapendo quanti pellegrini fino ad oggi sono venuti in questo anno, contando sempre quando arrivano a cento (quando sono meno, no) e confrontando il denaro che io ho già dato, essa saprà dirti se manca.
In tal caso, se io sono ancora in vita, mi potrà mandare il denaro perché io lo passi ai Padri e dicano le Messe.
Se il Signore permettesse un’altra cosa, io ti supplico di incaricarti tu di compiere questa promessa che io ho fatto con tanto entusiasmo in rendimento di grazie alla Santissima Trinità e in favore di tutti i parenti defunti dei miei figli e delle mie figlie ai quali desidero che non manchino suffragi. Ugualmente alle Anime sante del Purgatorio.

È un lavoro pesante quello che ti lascio, ma lo potrai portare bene se darai incarico a Suor Sagrario di mettere da parte questo denaro a ogni prenotazione dei gruppi; se dovessi arrivare ad accumulare diverse prenotazioni potresti trovare sofferenza, come l’ho provata io, per non saper dove riprendere il denaro che non avevo messo da parte al momento giusto.

M. Speranza di Gesù, eam
El Pan 19 cart, 2231-2236

 


Dimentica, Gesù mio, tutte le mie stoltezze e fammi morire d’amore dopo una lunga vita immersa nel dolore, compiendo sempre la tua divina volontà, preoccupata solo di farti piacere senza che mi importi né di morire né di vivere quando si tratta della tua gloria, vivificata continuamente la mia povera anima dal tuo amore e dal tuo esempio

 

 

Collevalenza, 29 ottobre 1952

Molto Rev.do
Padre Gino Capponi fam
Collevalenza

Amato Figlio: ti raccomando di avere sempre presente che, se desideri progredire nella santità e nella attività di apostolato, la prima cosa che devi cercare è quella di essere molto unito al Nostro Dio, per mezzo della orazione e del sacrificio; tu lo sai che la orazione è il mezzo che collega tutte le nostre facoltà interiori con il Nostro Dio.

Devi stare tanto attento, figlio mio, che tutta l’attività di apostolato sia per te un mezzo di santificazione e mai una occasione di dissipazione o di tiepidezza spirituale o, addirittura, di occasione di peccato; finirebbe per essere l’inizio della rovina totale; e questo ti potrebbe succedere con molta facilità se ti lasci assorbire dalle attività esteriori al punto da non avere più il tempo di fare i tuoi esercizi di pietà; lasceresti che la tua anima un po’ alla volta si vada indebolendo.

Da questa anemia, figlio mio, ti verrebbe un abbattimento morale che darebbe possibilità alle tue passioni di rivivere, aprendo la strada a tristi occasioni; infatti è molto facile, figlio mio, che con l’amore soprannaturale alle anime si vada mescolando insensibilmente anche un elemento naturale e sensibile; si corre il rischio di tranquillizzarsi mutuamente con il pretesto che direttamente si cerca solo di fare o ricevere il bene ma, poco a poco, si può arrivare a commettere imprudenze o a permettersi certe familiarità che portano quasi sempre a un disastro.

Abbi presente, figlio mio, che pochi meriti potrai guadagnare per te se non sei un’anima di vita interiore; abbi presente che le tue azioni esteriori sortiranno molto poco valore poiché la grazia del Nostro Dio mai potrà rendere fecondo un ministero che lascia poco spazio alla orazione.

Perdonami, figlio mio, se mi sono permessa darti questi avvertimenti e se torno a chiederti una e mille volte che sia tuo fermo proposito e impegno quello di vivificare le tue opere esteriori per mezzo dello spirito di orazione.

Prega perché io riesca a compiere in ogni istante la volontà del buon Gesù; prega perché con la chiarezza della luce della fede la mia anima si riconcentri in se stessa e dentro di me io prenda coscienza di un grande vuoto che può essere riempito solo dal mio stesso Dio; questo è quanto anche io chiedo per te. (El Pan 19, cart 1888-1890)

M. Esperanza de Jesús, eam

 

…come un padre e come una tenera madre…


“Il nostro povero cuore non ama che a tratti, Gesù invece non ha cessato neppure per un attimo di pensare a noi e il suo amore veglierà ininterrottamente su noi per tutto il tempo della nostra vita. Egli non viene meno, non si stanca, perdona; non conta”

 

Madrid, 2 aprile 1954

Molto Rev.do
Padre Gino Capponi fam
Collevalenza

Amato Padre, oggi 2 aprile Le scrivo per comunicarle che, grazie al buon Gesų, credo di trovarmi pių tranquilla dopo che Lui mi ha di nuovo promesso che si prenderā cura delle mie due amate Congregazioni e specialmente di quella dei Figli che, pių giovane e senza esperienza, ha molto pių bisogno delle Sue cure, del Suo aiuto e delle Sue attenzioni.

Le promesse del buon Gesų mi hanno dato sempre, padre mio, una grande consolazione, ma mai come in questi momenti che mi trovo lontana da Collevalenza; l’unica cosa che mi da tanta tranquillitā č la certezza consolatrice di poter ricordare che č stato proprio Lui a chiamare i Figli dell’Amore Misericordioso perché, nei difficili tempi che si stanno avvicinando, essi potessero consacrare tutte le loro forze e la loro vita per darGli gloria, con l’esercizio della loro caritā e del loro apostolato, sempre pieni del Suo amore e impegnati a fare in modo che Lo amino tutte le persone con le quali potranno trattare; in cambio il buon Gesų mi ha promesso di prendere tanto a cuore e di non voler perdere nessuna occasione per rendere sempre pių belle e sante le anime dei membri di questa Sua Congregazione.

Secondo il buon Gesų, in questi momenti, padre mio, tocca proprio a Lei, come superiore della nascente Congregazione, infondere in quelli che dipendono da lei questa preziosa veritā: amare il nostro prossimo č amare lo stesso Dio e con questo si beneficia di tutti i privilegi concessi a chi ama Dio.

Dica, padre mio, a questi Figli come il buon Gesų mai si lascia vincere in generositā; proprio per questo ha promesso di ripagarci con il cento per uno, con ogni tipo di grazia, anche la pių piccola cosa che per amore Suo avremo fatto al nostro prossimo. Abbia la bontā di ricordare questa gioiosa promessa anche alle mie Figlie, sorelle sue.

Chieda, padre mio, a questi Figli e anche a queste Figlie di formulare il fermo proposito:

    • di voler evitare ad ogni costo qualunque cosa possa indurre gli altri al peccato;

    • di stare molto attenti a non dar dispiacere mai ai propri fratelli;

 

  • di non permettersi mai di parlare dei difetti degli altri, neanche quando ne fossero sicuri, per il solo fatto che forse o senza forse essi stessi possono soffrire di difetti simili o anche pių gravi.

 

A Dio piacendo, domani 3 aprile, partiremo per Alfaro; spero che le mie Figlie di lė non perdano la testa come quelle di Madrid e arrivino a fare tante cose esagerate come queste hanno fatto e stanno ancora facendo per questa povera creatura che sono io.

Io, padre mio, di salute sto abbastanza bene, anche se Lei non mi crederā; un pó stanca si, perché č mio desiderio finire presto; anche se sto molto pių tranquilla, penso continuamente a tutto quello che ho lasciato lė; la cosa sta a significare, padre mio, che ancora non so abbandonarmi completamente nelle mani del buon Gesų e questo mi da grande pena.

Ho avuto modo giā tre volte di incontrarmi con il mio vecchio Padre spirituale, il Rev.do Padre Ruiz, il quale mi ha detto e raccomandato con molta severitā (ma non tanta quanto io meriterei):

    • di rimettere tutto nelle mani del buon Gesų;

 

  • di non perdere ancora il tempo pensando cose, che potrebbero accadere o no, ma che sicuramente disturbano la unione intima con il mio Dio;

  • in particolare di impegnarmi a fare questa Visita canonica con pace, con calma e con grande caritā;

  • e, infine, di stare sempre molto attenta per riuscire a dare al buon Gesų tutto quello che Lui mi chiede direttamente o indirettamente.

 

Preghi tanto, padre mio, perché io possa trascorrere tutta la mia vita sempre in una unione intima con il Nostro Dio, senza arrivare mai a desiderare qualche cosa che non sia la Sua Divina Volontā, sempre dimentica di me stessa, al punto da non pensare altro che in Lui.

Abbia la certezza che questa stessa cosa č quanto chiedo e chiederō per Lei e per tutti i miei Figli e le mie Figlie.

M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19, cart 1968-1976

 

 

Madrid 28 marzo 1954

Rev.do Padre Gino Capponi fam

Reverendo Padre,
posso comunicarle che, grazie al buon Gesù, il viaggio l’ho fatto abbastanza bene, nonostante il dolore grande che ho provato nell’intimo del cuore quando sono partita da casa senza avere la certezza di quando sarei potuta tornare.
Qui ho provato una grande emozione e con l’aiuto del buon Gesù ho avuto il conforto di poter riabbracciare una parte delle mie figlie e di poter parlare per telefono con le altre.
Io non so, padre mio, come il mio cuore, già tanto debole, abbia potuto resistere a questo mio rientro a Madrid; mi è restata solo la pena di vedere gli onori e la festa che queste mie povere figlie hanno fatto per l’arrivo di questa miserabile creatura. Che confusione, padre mio!

Anche Lei chieda al buon Gesù che non abbia mai a dimenticarmi dell’insegnamento della domenica delle Palme; preghi perché io abbia sempre tanto presente che in questo mondo le dimostrazioni di grande stima – anche le più giustamente meritate – portano con sé sempre umilianti sofferenze e che – persuasa di questo – io non mi riduca mai:
· a cercare la mia gloria ma quella del Nostro Dio,
· a congratularmi con le lodi degli uomini,
· a cercare l’onore ma solo il dolore, la croce e la solitudine per poter vivere solo col mio Dio.

Preghi anche, padre mio, perché – oltre ad un amore grande al Nostro Dio, ai miei figli e alle mie figlie – io sia capace di avere l’amore più grande per la croce; preghi perché Lui voglia concedermi la grazia che tutti gli anni della mia vita io li passi amandolo, dandogli gloria e in una continua sofferenza.

Abbia la certezza, padre mio, che anche io chiedo per lei la grazia di un grande amore a Gesù in modo che in ogni momento Lei possa dare con allegria a Gesù quanto vorrà chiederle.

Dica a padre Alfonso e a tutti i figli e a tutte le figlie che preghino tanto perché la mia carità, in questi giorni più ancora di sempre, sia piena di comprensione, sia quella di una madre con delle figlie fragili; preghino perché, con motivo della preoccupazione e della sofferenza per quello che lì ho lasciato o per quello che potrebbe capitare, io non sia avara di buone parole e di buoni consigli; preghino perché possa essere Lui a guidare questa Visita Canonica.

Dica a tutti, padre mio, che io pregherò per tutti loro: che il Nostro Dio li ricolmi del Suo santo amore, che li sostenga in ogni momento perché siano capaci di dare a Lui con generosità tutto quanto a Lui è gradito e vorrà chiedere.

M. Esperanza de Jesús, eam
(El Pan 19, 1964-1967)

 

…come un padre e come una tenera madre…


“Gesù mio, che il mio cuore arda d’amore per Te, che quest’amore sia per me non un semplice sentimento d’affetto passeggero, ma un amore generoso, capace di spingermi fino al più grande sacrificio, fino a dimenticarmi di me stessa, fino a rinunciare alla mia volontà per fare solo quello che Tu vuoi.”

 

Tutto per amore

Eccellenza Rev.ma,
mi trovo in una preoccupazione e anche in questo momento mi rivolgo a Vs. Eccellenza, che mi saprà comprendere e aiutare, come lo ha fatto le tante volte che ho avuto necessità di ricorrere al Suo cuore paterno nelle mie angustie e difficoltà.

Attualmente sono molto preocupata per questo: Il Santuario, grazie al Buon Gesù, sta procurando ogni giorno di più lavoro perché ogni giorno di più sono numerosi i pellegrini che vengono e ho l’impressione che ne venga tanto bene alle anime, come sono certa che anche tanti sacerdoti ritrovano qui al Santuario serenità e fiducia. E questo mi è motivo di consolazione perché vedo che si stà realizzando un desiderio del Buon Gesù e che il Suo Santuario stà diventando ogni giorno di più il “roccolo” di Dio, dove Lui, come Buon Padre, sta attendendo gli uomini per salvarli. Mentre la preoccupazione è questa: con il personale che ho, vedo che non arrivo più ad attendere a tutte le esigenze e necessità del Santuario e stò pensando alle mie Figlie che lavorano a Santa Vittoria nel Collegio Arcivescovile.

Mi pare di non sentirmi tranquilla in coscienza avendo quì tanto lavoro e tenendo lì quelle quattro Figlie per un Collegio che ormai conta con tanti pochi ragazzi; per formare la Comunità non posso tenere meno di quattro Suore e mi pare che quattro Suore siano tante per preparare il mangiare a soli 18 ragazzi. Mi deve comprendere, Eccellenza, e mi deve aiutare a poter ritirare da Santa Vittoria quelle Suore perché il lavoro delle Suore ormai lo può fare benissimo anche una semplice donnina, come fanno al Seminario di Todi che sono restati tanti pochi seminaristi.

Io La supplico, Eccellenza, di voler dare disposizione al Sig. Rettore del Collegio di Santa Vittoria perché si possa provvedere nel modo che più ritiene conveniente, in maniera che io non debba rimandare le mie Suore all’inizio del nuovo anno scolastico. Confido tanto nel Suo cuore paterno e nella benevolenza che Vostra Eccellenza ha sempre mostrato per le nostre Congregazioni dell’Amore Misericordioso.

La ricordo con gratitudine tutti i giorni nella mia preghiera e chiedo di voler dare ancora una volta la Sua benedizione alle due Congregazioni dell’Amore Misericordioso, mentre con tanta stima e venerazione mi prostro al bacio del S. Anello.

Dev.ma figlia

M. Speranza di Gesú, eam
El Pan 19 cart, 2678

 

 


Rivestimi della purezza della tua innocentissima vita e aiutami perché ogni momento compia ciò che più ti piace

 

Lettera a Sua Eminenza il cardinal Alfredo Ottaviani
Collevalenza, 10 ottobre 1961

Ottenere dal cuore del Buon Gesù la grazia della pace sul mondo intero


Em.mo Cardinale Ottaviani

Amato Padre: Vostra Eminenza proverà meraviglia al ricevere questa mia lettera, dopo tanto tempo passato senza aver dato segni di vita a Vostra Eminenza e, soprattutto, dopo che Lei si sia comportato con me sempre come un buon padre. Pur non avendole mai fatto visita, non creda, Eminenza, che mi sia dimenticata del conforto che sempre ha dato a questa povera creatura nei giorni tanto sofferti e tristi che Lei conosce. No, Eminenza, non mi sono dimenticata del bene che mi ha fatto; Le assicuro che tutti i giorni ho pregato per Lei e seguiterò a pregare il Buon Gesù di volerle concedere la grazia di poter dare sempre a Lui quanto vorrà chiederle.

Oggi mi rivolgo a Vostra Eminenza per mezzo di questa lettera e mi dispiace di non poterlo fare di persona per la mia poca salute. Vengo a supplicarla di volermi concedere un grande favore, non per me ma per la gloria e il trionfo dell’Amore Misericordioso: poter conseguire quello che il Santo Padre tanto raccomanda: strappare dal cuore del Buon Gesù la grazia della pace per tutto il mondo.

Con questo motivo i Figli dell’Amore Misericordioso hanno ottenuto da Sua Eccellenza il Vescovo di questa Diocesi la grazia di poter celebrare durante questo mese di ottobre tutte le sere, alle quattro e mezza, una Messa Vespertina.
Dal primo giorno di ottobre in questo Santuario dell’Amore Misericordioso tutti giorni si celebra la santa Messa per la pace nel mondo; vi partecipa un buon numero di persone; con grande soddisfazione vediamo che alle nostre preghiere si vanno unendo fedeli da varie città; proviamo una grande allegria nel constatare che aumentano sempre più i pellegrini al Santuario e di questo ne ringrazio continuamente il Buon Gesù.
Siccome il 29 sarebbe la festa di Cristo Re, abbiamo rivolto l’invito a tutti a voler tornare il giorno della festa per assistere alla Santa Messa e fare la Santa Comunione proprio per ottenere dal Buon Gesù la pace per il mondo intero.

E questo è il motivo per il quale oggi mi rivolgo a Vostra Eminenza per supplicarla di concederci la grazia di voler rendere più solenne questa festa con la Sua presenza in questo semplice Santuario e celebrando Vostra Eminenza la Santa Messa.
Confido, padre mio, che sicuramente supererà qualunque difficoltà per poter dare gloria al Buon Gesù con la presenza di Vostra Eminenza; una presenza che servirà a trasmettere tanto fervore ai molti fedeli e pellegrini che in quel giorno – ne sono sicura – verranno a questo Santuario.

Umilmente Le chiedo di ricordarmi nella Sua preghiera perché possa riuscire a dare al Buon Gesù quanto vorrà chiedermi.

M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19 cart, 2419-2422

Lettera a varie Ancelle dell’A.M.
Roma, 15 luglio 1942

Tutto per amore

Carissime figlie, la professione perpetua di quattro delle mie figlie, oltre al fatto che altre sei avranno la gioia di emetterla il prossimo giorno 16, è stata per me una bellissima notizia. Che gioia, figlie mie!
Immagino che tutte avrete compreso l’importanza delle vostre nozze, per mezzo dei tre voti, che conosciate i vostri doveri e la responsabilità di quanto avete promesso o prometterete. Ad ogni modo, vi dirò qualcosa sul voto di castità.
Il voto di verginità ha, figlie mie, il merito e l’eccellenza del martirio; con questo offriamo in sacrificio al buon Gesù, non solo il corpo, ma anche il cuore. L’anima che sceglie per sempre la verginità come sua eredità, ha detto al suo Dio: “Tu, Signore, sei il mio patrimonio; in Te ho riposto il mio amore; Tu mi basti e non ho bisogno di nient’altro per saziare il mio cuore”.
La vergine non rinuncia solamente a tutto quello che può piacere alla sua fragile natura, ma anche a quanto può ammaliare il suo cuore e i suoi sensi come lo sfarzo del mondo, la vanità, la vita comoda e rilassata, finanche ai dolci affetti che sono il vino che più diletta ed inebria il cuore, poiché, colei che sceglie Gesù come suo sposo, non è padrona di offrire il suo affetto ad alcuna creatura terrena, giacché deve vivere tutta per Colui che è tutto per lei. Figlie mie, questa è martire dell’amore divino, è ostia viva e gradita agli occhi del suo Dio.
Voi, nel vostro fervore aspirate alla santità ed io vi chiedo: sapete chi è un santo? Figlie mie, il santo è l’uomo retto perché detesta la doppiezza, l’inganno, la menzogna; è retto in tutte le cose e la giustizia gli sta sempre dinanzi, rendendo saldi tutti i suoi passi; la giustizia, figlie mie, è il suo scudo inespugnabile e questa lo vestirà di gloria e lo colmerà di fortezza e di fiducia. Il santo rende migliori quanti vivono o comunicano con lui: se il male è contagioso perché non dovrebbe esserlo il bene, visto che è questa la sua natura? Se tutto ciò lo fanno i santi, cosa dovrete fare voi che, oltre l’obbligo di essere sante, per la vostra vocazione di Ancelle dell’Amore Misericordioso e il servizio di madri avete il grande e doppio obbligo di aiutare a santificarsi quanti vi sono affidati!
Se è immenso il beneficio che Gesù concede donando dei santi alle comunità religiose, quanto più grande sarà il beneficio di essere governate da Superiore sante, da chi, con il proprio esempio, amore, carità, sacrificio, pazienza, fede, mansuetudine e sofferenze sa formare non religiose buone ma sante. In questo modo otterranno che i poveri accolti partecipino del frutto dell’esercizio della carità e del buon odore della edificazione, obbligandoli con questo a lodare il Signore per averli fatti abitare nella casa religiosa, dove la santità innalza il cuore umano fino a Dio e lo obbliga soavemente a conoscerlo, amarlo, adorarlo e lodarlo.
Le Superiore tengano presente che ogni figlio è lo specchio vivente di sua madre e la condotta di lei è quella che spinge il figlio nel campo della gloria o all’azione più indegna. Così, la giovane che lascia il mondo per entrare nella casa religiosa alla ricerca del suo Amato e per raggiungere la santità sarà la gloria di sua madre, avendo la grazia di trovare una madre che le insegni, la corregga e la conduca sul retto cammino della santità; diversamente, colei che ha avuto la disgrazia di trovare una madre superficiale, senza amore, senza carità, piena di amor proprio e senza il soave odore del buon esempio, un giorno sarà un disonore per questa madre che l’ha lasciata andare a suo piacimento per il cammino della perdizione e, magari, contagiata dal suo male esempio.
Vigilate, figlie mie! Sappiate che la vostra scelta vi obbliga ad essere sante per santificare gli altri e che chi non sta con Gesù è contro di Lui.
Dite da parte mia a tutte le figlie che, fin quando si trovano unite al buon Gesù, non temano nessuno e non abbiano paura di nulla; che tengano presente che, come l’ape è nata per volare, loro hanno scelto di essere Ancelle dell’Amore Misericordioso per volare sul cammino della santità ed essere luce per gli altri.
Pregate il buon Gesù perché questa vostra madre spanda in ogni momento il buon odore della edificazione, cosicché, sul mio esempio, tutte le mie figlie ed i bambini siano attratti nel campo della gloria.
Ricevete tutte i miei più sinceri auguri, insieme ad un forte abbraccio da questa vostra madre che non vi dimentica un momento.

M. Speranza di Gesú, eam
El Pan 19 cart, 1316-1325

 


Vergine Santissima, Tu che sei la vera Madre di tutti gli uomini, prendimi sotto le tue materne cure per amore del tuo divin Figlio.
Da oggi, giorno della mia professione, Ti scelgo come madrina della mia nuova vita spirituale e della mia felicità, perché Tu sia sempre la mia speciale e tenera Madre che mi provvede benevolmente a tutto in questa vita e che mi prende nelle sue braccia nell’ora della mia morte.

 

 Lettera a varie Ancelle dell’A.M.
Roma, 21 novembre 1942

Tutto per amore!

Care figlie,
finalmente è giunto l’atteso momento di unirvi a Gesù per sempre; siete già sposate, ma sapete con chi? Con un Dio crocifisso, nudo, estremamente povero, perseguitato e calunniato.
È necessario, figlie mie, che vi conformiate a Lui e che rinunciate a tutto, dimenticandovi di voi stesse per essere tutte per Lui come Lui è tutto per voi; non dovete cercare altro fuori di Lui e il vostro distintivo deve essere: amare e soffrire. Figlie mie, ringraziate continuamente Gesù perché si è degnato di scegliervi come sue spose e ditegli molte volte al giorno: Gesù mio, infondi nel mio cuore il tuo santo amore perché mai mi separi da Te.

A tutte rivolgo i miei auguri e vi prego, figlie mie, di lavorare per essere caritative, mortificate, abnegate e di compiere i buoni propositi di correre nel cammino della santità. A Gesù chiedo che vi aiuti a proseguire questo cammino senza sosta e alle Superiore di provarvi nell’umiltà, nel sacrificio e nell’esercizio continuo della carità, cosa che facilmente raggiungeranno se nei vostri cuori arde la fiamma dell’amore a Gesù. Voi Superiore vigilate costantemente affinché nelle figlie regni la vera carità, non quella apparente, e perché tutte siano umili di cuore. Se otterrete questo, avrete la consolazione di vedere le figlie ricolme di eccellenti frutti di santità e voi riceverete la ricompensa del buon amministratore.

Chiedo a tutte, figlie mie, di vigilare perché in voi non entri l’egoismo e meno ancora il desiderio di essere servite dalle bambine povere; abbiate sempre presente che siete schiave, non signore, e che non siamo state chiamate nella Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso per essere servite ma per servire noi stesse i poveri.

Pregate, figlie mie, perché questa vostra madre viva sempre molto unita a Gesù e che niente e nessuno la separi mai dall’amore al suo Dio e dalla sua carità. Potete star certe che questo è ciò che chiedo ogni giorno al Signore per le mie figlie.

Voi figlie che avete emesso i voti, ricevute tutte un forte abbraccio insieme ai miei auguri.

M. Speranza di Gesú, eam
El Pan 19 cart, 1411-1418

 


Concedimi la grazia, Gesù mio, di vivere sempre nel dolore e morire consumata nel tuo amore; le croci che Tu vorrai mandarmi mi servano per amarti di più e per insegnare agli altri che la scienza dell’amore si apprende nel dolore

 

Lettera ad una ancella dell’Amore Misericordioso
Roma, 21 marzo 1944

Cara figlia,

Mi dici che da ogni parte non trovi altro che angustie, che sei presa da una tristezza insopportabile e che ciò è dovuto al malcontento che provi verso il tuo Dio; dici che, se guardi al passato, ti terrorizza il ricordo dei tuoi errori e se guardi al presente, non sei soddisfatta del tuo modo di comportarti con Gesù. Figlia mia, la tribolazione che oggi stai soffrendo è veramente delle più terribili, però, credo che tu debba dominare la tua tristezza, poiché questa può causarti gravi danni.

Per quanto riguarda il passato, ricorri al buon Gesù e con cuore contrito e umiliato chiedigli perdono, dicendogli, piena di fede e di confidenza: “Padre mio, mi affido alla tua giustizia e per la tua misericordia, spero nel perdono dei miei peccati”. Se di qualcuno di questi non ti sei confessata, ricorri immediatamente al sacramento della riconciliazione e confessati bene, con fede e sincerità, dandoti poi pienamente all’amore e alla carità, in questo modo recupererai la gioia e la pace.
Ripeti al buon Gesù, molte volte al giorno: “Gesù mio, in questa tribolazione non so dirti altra cosa che il desiderio di morire prima di dispiacerti sia pure nella più piccola cosa e che tu accenda nel mio cuore il fuoco del tuo amore, affinché sappia accettare con gioia la tua divina volontà”.
Prega perché anche in me si compia la sua divina volontà per molto che mi costi, per quanto io non la comprenda, anche quando non dovessi vederla.

Ricevi un forte abbraccio da tua madre che non ti dimentica un istante.

M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19 cart, 1547-15

 


Trasformami tutta nel tuo amore, Gesù mio; che in Te scompaiano tutte le mie imperfezioni; che io respiri solo Te e che mai badi ad altra cosa o ad altre creature fuori di Te.

Figlia mia amata: ho ricevuto la tua lettera e da essa vedo quanto sei piena di entusiasmo nel tuo lavoro in mezzo a questi piccoli. Quello che ancora più mi da gioia è il vedere in questa tua lettera il grande desiderio che hai di farti santa, di amare il buon Gesù e che, convinta che nessuno è capace di dare quello che non ha, sei piena del desiderio di acquisire un grande amore per essere poi capace di trasmetterlo a quanti potrai avvicinare.

Impara, figlia mia, dal buon Gesù ad essere caritativa, capace di rinnegare e sacrificare qualunque cosa per Lui e la Sua gloria.

Ricevi un forte abbraccio da questa tua madre che, insieme con te, supplica il Buon Gesù perché voglia riempirti dei doni che desideri.

M. Esperanza de Jesús, eam

 

…come un padre e come una tenera madre…


Gesù mio, questa tua figlia vuole fare con Te un patto, sicura che Tu l’accetterai volentieri, nonostante le mie molte miserie e debolezze: «Io N.N. di nuovo oggi Ti dono il mio cuore senza alcuna riserva, per possedere il Tuo e poter così esaurire tutte le mie forze nell’amarti, dimenticando me stessa, lavorando sempre unicamente per Te e secondo il tuo piacimento».

 

 

 

Ad una Comunità di Ancelle dell’Amore Misericordioso
Roma, 24 febbraio 1949

Le prove sono da amare

La cosa più grande e di più gloria per un’anima consacrata a Gesù è poter soffrire, poter piangere e poter amare


Figlie mie: ho ricevuto le vostre affettuose lettere e da queste mi rendo conto che vi ha fatto visita la afflizione e il dolore: proprio per questo motivo ho avuto almeno la gioia di ricevere per la prima volta una lettera espressiva e filiale dalle mie figlie di questa comunità: mi dispiace che sia stato necessario che foste visitate dal dolore per decidervi a comunicare con questa vostra madre come figlie: strano che fino al momento del bisogno e del dolore non abbiate mai sentito il bisogno di scrivermi.
Comunque io mi unisco con tutto il cuore alla vostra pena e vi chiedo di non soffrire per quella frase che tanto vi ha amareggiato e che – credo – ve l’abbiano detta solo per mettervi alla prova, dato che notano in voi qualche cosa di straordinario che non sanno spiegarsi.
Se il vostro dolore è dovuto solo a questa frase, offritelo al buon Gesù e Lui sarà fedele a quanto ha promesso: “Io sto con l’afflitto, lo libererò dalla afflizione e ne ricaverò per lui tanto vantaggio”.

Però state attente, figlie mie, che il vostro dolore non sia provocato dal capriccio o dalla poca conformità alla volontà di Dio che vi si è manifestata per mezzo dei Superiori perché in tal caso: come potreste invitare Gesù a stare al vostro lato per fare la vostra volontà e non la Sua?
Io, convinta che la vostra pena è così come me la esponete, vengo a supplicarvi di elevare i vostri cuori fino al trono del nostro Dio e Signore per chiederGli – se a Lui piace – di darvi conforto ma soprattutto per ripeterGli che

  • non desiderate nessuna cosa che non sia secondo i desideri del Signore,
  • non cedete alla tentazione di sfogarvi o lamentarvi con nessuno,
  • rivolgetevi alla Santissima Vergine perché Essa vi possa aiutare a riconoscere e ringraziare, anche in mezzo alle prove, la mano saggia della Divina Provvidenza che ci fa del bene anche quando ci ferisce;
  • la stessa Santissima Vergine viene a darci conforto nei nostri mali; Essa ha detto di stare con noi nella tribolazione; Essa si impegna a ricavare dalla sofferenza un grande vantaggio per noi.

Ascoltate, figlie mie, quanto disse la Vergine Santissima a una persona che era tanto afflitta: “ Figlia mia, io ti sto accanto; come una mamma accarezza il figlio malato così Io ti consolerò”.
Quanto conforto e quanti vantaggi procurano le sofferenze, figlie mie!

Abbiate sempre presente che la cosa più grande e della quale un’anima consacrata a Gesù potrebbe grandemente compiacersi è: soffrire e piangere amando; da tempo questa è la cosa che desidero di più e che mi piacerebbe che desiderassero anche le mie figlie; il che non vuol dire che io non senta il vostro dolore e che non abbia un grande desiderio di poter venire per consolarvi.

Ricevete tutte un abbraccio da questa vostra madre che non vi dimentica neanche un momento e pregate per me perché possa riuscire a compiere per completo la volontà di Gesù.

M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19, 1811-1814

 

Ad una Comunità eam
Roma, 1 gennaio 1949


Amate figlie: io credo che, avendo voi terminato il lavoro che vi avevo chiesto e che – ne sono convinta – voi avrete fatto mosse dal desiderio di dare gusto al Buon Gesù e a questa vostra madre, io devo mantenere quanto vi avevo promesso e per questo volentieri vi scrivo alcune indicazioni perché possiate con frutto progredire nel lavoro molto impegnativo della vostra santificazione.

Nel lavoro per farvi sante:
• La cosa più difficile è l’impegno di andare sempre contro corrente,
• è difficile e mette paura;
• pochissime volte si potrà concedere alla propria natura quanto richiede;
• sarà necessario contrastarla in tutto
• ed essere molto attente per riuscire a dare a Gesù, in ogni momento, quanto Lui potrebbe chiedere
• senza dimenticare che l’amore a Gesù si alimenta con il sacrificio.

Vi vorrei anche dire che per la nostra natura è tutt’altro che facile impegnarsi a fare qualche cosa:
• per diventare umili,
• per far tacere il nostro amor proprio,
• far tacere il nostro io
• far tacere il desiderio del benessere,
• far tacere il desiderio di far bella figura,
• far tacere il desiderio che tutti ci vogliano bene e abbiano verso di noi tutti i riguardi.

Vincere tutti questi ostacoli è un lavoro molto, molto difficile e impegnativo se nel nostro cuore non arde un vero amore a Gesù. Ma se in noi arde vivo questo amore a Gesù, tutto diventa facile, leggero e soave.

M. Esperanza de Jesús, eam
(Cart 329 El pan 19 cart, 1804-1806)

 

…come un padre e come una tenera madre…


Fa, Dio mio, che nell’affanno e nel dolore, col cuore infiammato d’amore per Te, l’anima mia goda e si rallegri nella sofferenza; fa che desideri unicamente di compiere la tua divina volontà, anche se dovesse causarmi molte sofferenze, anche se non la comprendessi o non riuscissi a vederla.

 

 

 

 

Al Padre José Maria Odriozola
Roma, 5 settembre 1942


Amato e rispettato Padre: oggi per me è stato un giorno di grande sofferenza perché ho visto che, nonostante i miei propositi, sono restata turbata e preoccupata per delle cose per le quali non valeva la pena e – peggio – mi sono lasciata dominare dalla impazienza. Che pena, Padre mio, sento nella mia anima al vedere il poco che ho copiato dal buon Gesù!

Come conseguenza di tutto ciò, mi sono lasciata prendere da una grande tristezza, che mi ha fatto perdere il tempo che avrei potuto passare con Lui pur sapendo con molta chiarezza, padre mio, che Lui, il buon Gesù, sempre mi sta aspettando e che per un pizzico di affetto che io Gli do Lui mi infiamma del suo amore e si impegna tanto perché io riesca ad acquisire una profonda conoscenza della verità, in modo che la mia anima possa elevarsi con ansia amorosa verso di Lui, per amarLo per sempre.

Chieda, padre, al buon Gesù

  • che mi voglia perdonare ancora una volta

  • che, con il Suo aiuto, io non mi riduca a dimenticarmi tanto facilmente di Lui e dell’amore che mi porta;

  • chieda anche che io viva immedesimata in Lui,

  • non perda ancora il tempo soffrendo senza motivo,

  • che mai mi tiri indietro di fronte agli sforzi che sono necessari per proseguire nel lavoro della mia santificazione;

  • Lo preghi ancora, padre mio, perché voglia dimenticarsi di tutte le mie ingratitudini e della mia poca delicatezza con Lui;

  • che mi dia tanto amore e una prolungata sofferenza.

Abbia la certezza che io chiederò per Lei un grande amore al buon Gesù e al sacrificio.

M. Esperanza de Jesús, eam
(Cart 245 – El pan 19 cart, 1351-1353)

 

…come un padre e come una tenera madre…


Aiutami, Gesù, ad andare sempre avanti nella perfezione, mossa dall’ansia di darti gioia. Fa che la mia perfezione consista sempre nel possederti per mezzo dell’amore e del sacrificio; che possa dire sempre sinceramente di non avere altra volontà che la Tua. Non permettere mai, Gesù mio, che io desideri qualche cosa che Tu non vuoi: desidero solo piacerti e sottomettermi in tutto e per tutto alla volontà del mio Dio. Accendi in me, Gesù mio, il fuoco del tuo amore, così potrò accettare con gioia la tua divina volontà, con tutte le difficoltà che potrebbe comportare.

 

 

 

Lettera al Rev.do P. Mario Gialletti, fam
Collevalenza, 22 giugno 1966

Quanto più è difficile la carità, tanto più questa sarà meritoria


Padre, dica alle figlie,

    • che si impegnino con entusiasmo nel fare in modo che il Buon Gesù possa riempire per completo i loro cuori
    • e che per questo motivo devono svuotarli di tutto quello che non sia di Suo gradimento, come lo è l’amor proprio, l’orgoglio, il proprio io,
  • impegnandosi ad abbellirli con le preziose virtù della carità e della umiltà,
  • accompagnate da sacrifici e mortificazioni;
  • e che con il buon esempio procurino portare a Lui tutti quelli che con loro trattano.

Dica alle figlie,

  • che una vera Ancella dell’Amore misericordioso deve continuamente lasciarsi permeare dall’amore del suo Dio,
  • ricordando sempre che una persona permeata in questo amore è caritatevole, mortificata,
  • e in ogni momento e in qualunque situazione ricorda quanto il buon Gesù ha sofferto per lei come ha presenti le molte ingratitudini che essa stessa ha avuto verso questo Padre buono;
  • questa persona non dimentica neanche le tante volte che i suoi fratelli e lei stessa Lo hanno offeso;
  • e per questo brucia dalla sete di mortificazioni e penitenze.

Dica alle figlie,

  • che le anime che amano sul serio Gesù capiscono i Suoi sentimenti,
  • e per questo uniscono sempre all’amore a Dio anche l’amore al prossimo,
  • e questi due amori sono capaci di portarle fino all’eroismo,
  • perché questi amori trasmettono molta energia per lavorare in favore dei nostri fratelli,
  • al punto che questi possono avere la prova che veramente li amiamo
  • e che per loro lavoriamo fino a dimenticare noi stesse e senza badare se essi sono riconoscenti o no.

Padre, dica alle figlie,

che per arrivare a questo è necessario avere sempre presenti questi due ideali:

1º – Che quanto più difficile è la carità, tanto più questa è meritoria.
2º – Che quanto meno amabile è la persona alla quale dobbiamo attendere, tanto più noi ci facciamo sante amandola e – ancora – tanto più abbiamo la certezza di non amarla altro che in Dio e per Dio.

E infine, Padre, dica alle figlie, che preghino tanto per questa loro madre perché in ogni momento possa dare a Gesù qualunque cosa Lui le chieda.

M. Esperanza de Jesús, eamEl Pan 19 cart, 2638

Roma, 24 luglio 1946

Molto Rev.do Padre Generale
della Congregazione dei Figli
di Maria Immacolata

La Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso è infinitamente grata per la cessione dei beni spirituali che Lei ha fatto, in nome della sua congregazione, alla nostra. E io, come Fondatrice della Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, cedo alla Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, fondata dal Servo di Dio Ludovico Pavoni, tutto il bene spirituale che, con la grazia del Signore, si fa in questa nostra Congregazione.

In questo modo, da oggi in poi, tutti i beni spirituali di queste due Congregazioni saranno in comune, per ottenere dal Signore la Sua Benedizione sui due Istituti e la grazia che tutte e due le Congregazioni siano l’immagine fedele del chicco di senape che, trasformatosi in albero, allunga i suoi rami perché vi si possano posare gli uccelli del cielo.

Le due Congregazioni si estenderanno per tutto il mondo, predicando il santo Vangelo, amministrando i Santi Sacramenti, esercitando la carità, dando esempio di umiltà, di povertà, di abnegazione, di zelo per la gloria di Dio e il bene delle anime, insegnando lo spirito di Gesù più con l’esempio che con le parole; in questo modo conseguiremo attrarre all’albero della Chiesa i poveri peccatori perché possano anche loro un giorno far parte dei giusti che abiteranno in cielo.

Il Signore conceda ai Figli di Maria Immacolata e alle religiose Ancelle dell’Amore Misericordioso la grazia di conseguire di essere persone giuste di gran virtù agli occhi di Dio, e di sentirsi piccoli ai propri occhi e di essere considerati piccoli agli occhi degli uomini; come una granello di senape: morire per la mortificazione per conseguire di crescere come grandi santi.

Madre Esperanza de Jesús eam
(El pan 19, 1629-1631)

 

…come un padre e come una tenera madre…


Ricordiamoci sempre quello che ha detto il Buon Gesù: Egli considera come fatto a Sé ogni favore fatto anche all’ultimo dei suoi. Tutti sappiamo che il Buon Gesù non si lascia vincere in generosità: ha promesso di ripagarci il centuplo, con ogni sorta di grazie, per ogni più piccola cosa fatta per Lui al nostro prossimo.

 

 

Lettera al Santo Padre Giovanni XXXIII°
Collevalenza, 27 ottobre 1959

…che l’umanità sofferente, perché dimentica di Cristo e dei Suoi princípi, si rivolga con la più serena fiducia a Gesù Crocifisso, Amore Misericordioso, …


Collevalenza, 27 ottobre 1959
A Sua Santità Giovanni XXIII

Beatissimo Padre,
con devota, filiale fiducia mi rivolgo alla Santità Vostra per porgere il riverente ossequio delle Ancelle dell’Amore Misericordioso e dei Sacerdoti, che nel Santuario dell’Amore Misericordioso svolgono attività apostolica con l’intento di avvicinare le anime, tante anime al Santissimo Crocifisso ed ai santi Sacramenti.
Vorremmo che l’umanità sofferente, perché dimentica di Cristo e dei Suoi principi, si rivolga con la più serena fiducia a Gesù Crocifisso, Amore Misericordioso, torni a meditare sulla Passione del buon Gesù ed a ricorrere a Lui come l’unico Salvatore per avviare ad una soluzione definitiva tutti i problemi personali, familiari e sociali, religiosi e civili.
Il degnissimo Vescovo di Todi S. Ecc. Mons. De Sanctis ha ripetutamente benedetto ed incoraggiato Sacerdoti e Suore; ultimamente ha inaugurato il primo Santuario dell’Amore Misericordioso in Collevalenza di Todi (Perugia); recentissimamente ha approvato e benedetto la Rivista del Santuario sull’Amore Misericordioso.
Beatissimo Padre, per proseguire con le migliori garanzie di riuscita in un lavoro tanto delicato e tanto arduo, che, prima di arrivare ai fedeli, tende soprattutto alla santificazione del Clero, ci è sommamente cara una Benedizione Apostolica, data con tutto il Vostro gran cuore di Padre.
Benedite il Santuario, chi vi svolge attività apostolica, chi vi entra per adorare Gesù Crocifisso; benedite la Rivista sull’ Amore Misericordioso, di cui Vi unisco il primo numero. Benedite anche me, Beatissimo Padre, che prostrata al bacio del S. Piede, mi professo devotissima figlia Vostra, grata e sempre pronta a qualunque Vostro cenno.

M. Speranza di Geú, eam
Fondatrice e Generale delle Ancelle
dell’Amore Misericordioso
El Pan 19 cart, 2357

 

 


Ricorriamo alla preghiera se vogliamo camminare nella perfezione e diminuire sul serio le nostre mancanze volontarie; questo è e sarà sempre il mezzo più efficace

 

 

Lettera alla Comunità eam di Hecho
Bilbao, 19 novembre 1939

…Gesù vive in casa con voi …

…non vi lascia un solo momento …


Tutto per amore!

Alle mie figlie della Comunità di Hecho

Carissime figlie, ho ricevuto tutte le vostre lettere e, da una parte mi dà molta gioia vedere i buoni desideri di cui siete animate ma, dall’altro canto mi preoccupano le difficoltà che stanno sorgendo in questo paese per quanto riguarda la parte spirituale.

Siatene certe, figlie mie, che questo non vi sarà di ostacolo, sempre che lo vogliate, per raggiungere quel grado di santità che Gesù vi chiede. Lui vive in casa con voi. Non vi lascia un solo momento e, se voi siete buone, quando vi venissero a mancare i mezzi umani, Lui supplirà a ogni necessità.

Voi, figlie mie, siate caritative, mortificate, raccolte, parlate molto poco, siate serie con tutti, però con una serietà santa. Riflettete molto prima di parlare. In una parola, figlie mie, siate luce in questo paese tanto freddo in materia religiosa. Il vostro esempio li conduca a Gesù e che non vedano mai in voi cose improprie per delle religiose.

Pregate molto per la nostra amata Congregazione ed anche per me, affinchè in ogni cosa compia la volontà di Gesù.
A partire dalla data in cui riceverete la lettera, il mio desiderio è che per lo meno una volta al mese mi scriviate tutte in busta chiusa che darete alla vostra Superiora perché la spedisca. Raccontatemi tutto quello che accade, da tutti i punti di vista, e se non avete nulla da dire, me la mandate ugualmente chiusa, vale a dire anche quando vi sembra che non ci sia nulla di particolare. Ora non c’è più la censura nelle lettere ordinarie, anche se dovete sempre essere prudenti.

Ricevete un forte abbraccio da questa vostra Madre che vi ama veramente.

M. Speranza di Gesù, eam
El Pan 19 cart, 674 – 675

 


Gesù mio, vorrei proprio ricopiare

da Te l’amore, la carità

e la misericordia; vorrei cioè

ricopiare in me le virtù

del divino modello e

vedermi libera da tutti

gli ostacoli che m’impediscono

l’unione con Te

 

 

Alla Madre Cándida Monsó, eam
Roma, 20 maggio 1944


Roma, 20 maggio 1944
Rev.da M. Cándida de Jesús

Amata figlia Candida: Ti raccomando di approfittare del momento della prova per dimostrare al buon Gesù che Lo servi, non sperando di ricevere una ricompensa, ma per Lui stesso, perché Lui merita di essere servito.

Ti raccomando, figlia mia, di essere molto generosa con il nostro Dio, nella certezza che, se farai così, potrai realizzare migliaia e migliaia di atti meritori, non solo per ognuna delle tue opere ma anche per ogni sforzo che fai per fare quelle opere nel modo migliore.

Per esempio, pur di evitare una qualunque mancanza alla carità, comincia con l’accettare quello che ti è chiesto di fare anche se le circostanze attuali ti costano molto e tu hai l’impressione di non farcela più.

In ultima analisi, figlia mia, tutti i movimenti della tua anima, quando sono liberamente indirizzati al bene, sono altrettanti atti meritori che accrescono la partecipazione della vita divina nella tua anima.

Io chiedo al buon Gesù di aiutarti per non ridurti mai a negarGli la più piccola delle cose che Lui ti chiede. Tu prega perché anche io non mi riduca mai a porre ostacolo alla azione soprannaturale e riesca a collaborare con Lui con tutte le mie forze.

Prega anche perché io arrivi ad essere il parafulmine della mia amata Congregazione e che questa si rafforzi sempre più anche con le mie sofferenze, le mie angustie e la croce di vedermi separata dalle mie amate figlie.

M. Esperanza de Jesús, eam
(El Pan 19, 1551-1553)

 

…come un padre e come una tenera madre…


“Gesù mio, dà alla mia volontà la forza e la costanza di cui ha continuamente bisogno per non desiderare né bramare altro che Te; che io mai desideri altra cosa che non sia fare la tua divina volontà: che questa si compia in me anche con tutte le sofferenze che dovesse comportare, anche quando io non lo comprendessi, anche quando io non riuscissi a vederla.

 

 

Lettera alla Signa María Pilar De Arratia Durañona
Bilbao, 18 gennaio 1940

Quanto è dolce il soffrire con il buon Gesù !


Tutto per amore
Bilbao, 18 gennaio 1940
Sig.na María Pilar de Arratia

Carissima Pilar: […] il tempo mi sembra lunghissimo ed il 23 saranno due mesi che sto soffrendo in questo letto. Per quanto riguarda la malattia, senza dubbio, sto migliorando.
Pilar, è certo che grazie al buon Gesù in questo letto ho sofferto e sto soffrendo, però la mia anima ha goduto e gode di una grande pace giacché so di soffrire insieme a Gesù per la salvezza delle anime e specialmente per i poveri Sacerdoti del mondo intero; per questi, ormai da molto tempo, mi sono offerta come vittima di espiazione.
Figlia mia, sebbene già da qualche tempo mi sento molto animata di fronte al dolore, posso dirti che mai come in questo momento in cui mi sembra che Gesù, con un forte amore, mi invita a soffrire continuamente con Lui, o meglio vicino a Lui, per la sua gloria e quella dei futuri Figli del suo Amore Misericordioso e per la nostra amata Congregazione.

Ti prego di non lasciarti prendere dal desiderio di venir via prima del tempo, però non ti trattenere nemmeno più del necessario. […]

Dì alle figlie che preghino molto affinché io compia in ogni momento la volontà del nostro Dio e assicurale che anch’io, per loro e per te, chiedo al nostro Dio la grazia di farvi sperimentare quanto sia dolce il soffrire con il buon Gesù, senza altro desiderio che rendere meno pesante la Sua sofferenza.

A tutte un forte abbraccio e tu ricevilo fortissimo da colei che ti ama davvero e sta desiderando di dartelo realmente.

M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19 cart, 754-756

 


Fammi amare sul serio il dolore, Gesù mio, che mi glorii delle persecuzioni, cerchi sempre l’abnegazione e segua sempre la via della croce

 

 

 

Lettera alla Sig.na Maria Pilar de Arratia
Bilbao, 25 marzo 1940

Nel dolore dobbiamo unirci di più al Nostro Dio


Cara figlia, dalle tue lettere mi accorgo che ti invade un grande desiderio di poter tornare in Spagna per stare insieme a me. Figlia mia, pensa che oggi stai compiendo una grande missione, missione che ti è stata affidata prima che noi ci conoscessimo e questa missione di difendere la nostra amata Congregazione, preparata per te fin dall’anno 1930, richiede il sacrificio della nostra separazione e dobbiamo offrirlo contente al Nostro Dio.
Figlia mia, riflettiamo sul fatto che per raggiungere la perfezione, alla quale entrambi aspiriamo, è indispensabile la rinuncia a noi stesse e alle creature, così da allontanare due grandi ostacoli all’unione con il Nostro Dio.
Figlia mia, chiediamo al Buon Gesù ci conceda la grazia, non di vederci presto, ma che la nostra separazione e le nostre sofferenze servano a riparare le mancanze che si stanno commettendo con questi intrighi diabolici; chiediamogli che, per la sua grazia, infonda in noi l’habitus di pensare sempre a Lui e che nessuno e nessuna cosa ci distragga da Lui, cosicché se soffriamo soffriremo con Lui e se gioiamo lo facciamo unite a Lui.
Aiutaci, Gesù mio, a fare di te il centro della nostra vita, affinché non siamo più noi a vivere ma Tu a vivere in noi.
Figlia mia, non perdiamo il tempo che il Buon Gesù ci concede affinché ci santifichiamo, lasciandoci prendere dall’abbattimento e dal dolore. Adoperiamoci affinché il nostro cuore si diriga sempre verso il Nostro Dio e chiediamo al Buon Gesù la grazia di far crescere in noi la speranza e che questa sia per noi una virtù teologale che ci faccia desiderare solo Lui come unico Bene Supremo e che la nostra speranza sia sempre il Nostro Dio, il desiderio di possederlo e l’amore senza misura.
Aiutaci, Gesù mio, affinché in questo momento di dure prove non ci dimentichiamo che nel dolore dobbiamo unirci di più al Nostro Dio e rafforzare il nostro amore verso di Lui.

M. Esperanza de Jesús, eam
El Pan 19 cart, 919-924

 


Gesù, che l’anima mia si unisca strettamente alla Tua e diventino un solo cuore e un’anima sola