Ariodante Farnesi

Parma

Io credevo che fosse una cosa più semplice la mia testimonianza. Dopo aver sentito gli altri mi sono un po’ scoraggiato perché, oltretutto, avevo la sedia che scricchiolava e mi diceva che quello lì non era il mio posto. Però ho avuto una forte emozione e la devo raccontare. Ho sentito volentieri la voce degli amici: quello che mi ha colpito di più è stata la signora di Santomera perché aveva la voce intonata come quella della Madre! Io che sono italiano, nel sentire queste inflessioni, mi è parso di riascoltare le raccomandazioni della Madre, che oltretutto non capivo, ma le intuivo, e vi dico la verità, sono caduto qui a Collevalenza nel Roccolo, da grosso peccatore.
 
Ed effettivamente i roccoli sono fatti proprio per questi uccelli che non sono in via di estinzione, ce ne sono molti e credo che la Madre mi abbia amato di più, proprio perché ero peggiore di tutti e mi ha amato tanto che quando sono venuto via da Lei per la prima volta, mi sono sentito inebriato e accusavo le Suore di tenere nascosta sotto il moggio questa fiaccola, perché in cuor mio pensavo a quanti erano disperati come me e che avrebbero potuto toccare con mano la misericordia di Dio.
 
Perché dico questo? Perché io, solo a Collevalenza ho scoperto – non mi vergogno – la presenza di Dio. Quando si parlava della nostra religione, credevo fossero le storielle dei preti tanto per tener buona la gente, mentre quando parlavo con la Madre effettivamente non la capivo, e allora mi rifugiavo in un angolo e dicevo, così per modo di dire: “ma questi santi sono un po’ matti e bisogna accettarli come sono”. Senonché, tornato a casa, mi capitavano degli avvenimenti che mi davano la prova del nove che quanto aveva detto Madre Speranza era vero. Allora sentivo il bisogno di tornare, perché il Santuario è come un distributore di benzina super. Ci sono dei “catorci” come me che se non gli dai un po’ di benzina si fermano e allora si veniva a Collevalenza a fare rifornimento di carburante. Avevamo bisogno di vederla, di venire da Lei; era una donna spiritosissima, ma quello che trasmetteva di più era questo Amore Misericordioso.
 
Quando venni da Lei avevo attraversato un periodo nero, addirittura con psicofarmaci, e non sapevo quasi unire due parole insieme. Vedete io non preparo scalette quello che vi dico lo faccio a braccio! e allora mi ricordo che dopo che la Madre mi aveva liberato dalle maglie del roccolo, dentro di me feci questa promessa: “Madre, fa che quando io debba parlare di Collevalenza, lo possa fare senza perdere il filo del ragionamento”, e questo in parte mi stà capitando anche qui e lo sento come una grazia della Madre, perché quando si ha un beneficio bisogna non solo godere della “mirada bondadosa” della Madre – che aveva lo stesso sguardo del Gesù Misericordioso – ma bisogna poi andare a raccontare in giro quello che si è trovato, la dracma perduta.
 
Ebbene io e mia moglie abbiamo fatto subito questo pensiero: è stata tale e tanta l’ospitalità della Madre che ci siamo sentiti in dovere, proprio perché abitiamo a due passi dall’ospedale, di offrire la nostra ospitalità a chi va in ospedale per essere ricoverato. Abbiamo avuto anche la fortuna di conoscere la Casa del Sole di Mantova, dove ci sono dei ragazzi handicappati e abbiamo avuto modo di conoscere anche le loro famiglie. Abbiamo subito familiarizzato con loro e, diciamo la verità, noi credevamo di portare loro un aiuto, invece l’aiuto ce lo hanno dato loro.
 
Siamo gente che ha buoni propositi ma spesso non li portiamo a termine. Riusciamo, talvolta, a portare il messaggio di Collevalenza, ma nel segreto della nostra coscienza ci vergogniamo perché dal di fuori veniamo giudicati come gente felice, come gente arrivata. Invece siamo ancora alla ricerca di qualcosa, non siamo soddisfatti. Però se pensiamo che la Madre, quando ci ha conosciuto, ha firmato per noi una cambiale in bianco ed eravamo dei disonesti garantiti, dobbiamo dire che questa firma va onorata e, ci piaccia o no, dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze per comportarci meglio. Devo aggiungere un’altra cosa che mi tocca personalmente e mi sento un po’ colpevole: se tarda la beatificazione di Madre Speranza, a cominciare da me, non ci dovremmo forse dare una regolata perchè non sempre ci comportiamo bene? Grazie.